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    «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi»
    Marcel Proust

    Il noto aforisma di Marcel Proust sopra citato ben si adatta a quello che dovrebbe essere un corretto approccio alla definizione e alla concreta attuazione di politiche per lo sviluppo e la competitività turistica di un Paese.

    Troppo spesso, infatti, l’azione politico-programmatica e le strategie messe in campo dei diversi attori della filiera turistica italiana (PA, Associazioni di categoria, imprese etc.) hanno privilegiato il raggiungimento di obiettivi di breve o brevissimo termine,in luogo di una “vision” di più amplio respiro temporale, che tenesse debitamente conto dei grandi cambiamenti in atto nel panorama turistico internazionale.

    In questo senso, “avere nuovi occhi” significa anzitutto cambiare definitivamente il metro di giudizio in funzione del quale valutare il posizionamento competitivo del turismo nostrano e l’efficacia delle politiche adottate, in una logica di “Italia nel Mondo” piuttosto che di “Italia in Europa” o, peggio ancora, di “Regioni in Italia”.

    Ed è proprio dal quadro globale che ha inizio il nostro percorso di analisi delle statistiche sul turismo del World Tourism Organization, secondo le quali nel 2013 i viaggiatori internazionali hanno superato per la prima volta il miliardo di unità (+60% sul 2000), sostenendo una spesa di oltre 1.159 miliardi di dollari.

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    in collaborazione con Mara Cinquepalmi, giornalista (@MaraCinquepalmi)

     

    La stagione 2013

    L’estate è ormai iniziata e, come da tradizione, non passa giorno senza che non vengano diffuse previsioni, più o meno ottimistiche, su quella che universalmente è considerata una delle stagioni “calde” per il turismo nostrano, e non solo. Basti pensare che tra giugno e agosto dello scorso anno le strutture ricettive presenti nei 28 Paesi dell’Unione Europea hanno accolto 320 milioni di ospiti (oltre un terzo del totale annuo degli arrivi), che hanno soggiornato per una media di 3,6 notti, occupando mediamente il 55% dei posti letto disponibili. L’estate è, dunque, il periodo in cui si concentra il 37% del turismo europeo, quindi oltre un terzo del totale annuo degli arrivi nelle strutture ricettive.