Luci e ombre sul turismo nautico nel 2020 per effetto dell'emergenza Covid e del conseguente lungo lockdown che è stato imposto al Paese. Se, da un lato, oltre l'89% delle aziende che operano nel settore prevede che il 2020 si chiuderà in calo sul 2019, quanto ad aspettative di traffico; tuttavia il 32,9% delle imprese del comparto (e soprattutto quelle più grandi) ritiene che, per quanto riguarda il solo periodo estivo 2020, ci sarà «una crescita della domanda turistica rispetto al medesimo periodo del 2019».

È quanto emerge da un report di Risposte turismo messo a punto su un campione di 76 strutture, tra porti turistici, approdi e punti di ormeggio, distribuite su tutto il territorio italiano. L'indagine, realizzata attraverso la somministrazione di un questionario online, analizza gli impatti dell'emergenza sanitaria e mostra che il 52,6% del campione nutre aspettative di traffico negative per il 2020 e ritiene che si rimarrà sotto i volumi del 2019 per tutto l'anno.

Un ulteriore 36,8% prevede un calo «con un recupero nella seconda parte dell'anno» ma «non sufficiente a compensare le perdite iniziali». Il 7,9% prevede una chiusura dell'anno «in linea col precedente» e solo il 2,6% prefigura «un recupero nella seconda parte» che «compenserà le perdite iniziali».

Chi vede il 2020 in negativo ritiene, inoltre, essenziale per «un eventuale cambio di opinione» la ripresa «della domanda estera, che incide in maniera prevalente sul totale rispettivi fatturati» delle aziende.

Per quanto riguarda, invece, l'estate di quest'anno, il 32,9% delle strutture oggetto del campione prevede una crescita della domanda turistica rispetto al

medesimo periodo del 2019. Il 28,9%, invece, non si aspetta variazioni; e il 27,6% prevede un crollo della domanda, dovuto soprattutto al persistere di limitazioni a certe tipologie di spostamenti, la diminuzione del potere di acquisto, nonché un ancora evidente timore delle persone nel compiere alcune scelte.

Dall'indagine emerge anche che, tra le strutture adibite al turismo nautico, le più piccole (con capacità inferiore ai 400 posti) manifestano maggiore preoccupazione per l'estate alle porte, con una forte contrazione della domanda prevista dal 31,5%, rispetto al 18,2% delle strutture di dimensioni maggiori. Per contro, una crescita moderata, entro il 10%, è preannunciata dal 40,9% dei porti turistici più grandi e solo dal 16,7% di quelli di dimensioni minori; a dimostrazione, sostiene il report, di un maggior ottimismo, dovuto a una più alta capacità di investire in promozione, per stimolare la domanda.

( Per maggiori informazioni: ww.risposteturismo.it)