Oggi 26 novembre si è svolto a Roma il convegno “Dal locale al globale: innovazioni, tendenze e strategie nel turismo”, promosso dall’Associazione Civita e dall’Associazione per l’Economia della Cultura, in merito ai grandi cambiamenti provocati anche dalla rivoluzione digitale nel settore turistico che ne ha modificato il rapporto fra domanda e offerta.


Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), gli arrivi internazionali nel mondo sono cresciuti ininterrottamente passando da 25 milioni nel 1950, a 436 milioni nel 1990, sino a 1,3 miliardi nel 2017. Si registra una crescita, nell’ultimo anno, del 6,2%, con una performance del 5,3% nelle economie avanzate e del 7,1% nelle economie emergenti.

Le previsioni confermano che nel 2030, gli arrivi internazionali si eleveranno a 1,8 miliardi.

L’Italia, da sempre meta privilegiata, rimane nel 2017 la quinta destinazione mondiale.

A fronte della globalizzazione, le destinazioni mondiali si sono moltiplicate e la conseguente concorrenza ha sollecitato lo sviluppo di strategie volte al rafforzamento dell’immagine della destinazione e della sua attrattività, spesso a partire da vantaggi comparativi che permettono di rendere unica e di “tematizzare” la destinazione (turismo enogastronomico, termale, memoriale…). Da qui la necessità, da parte delle politiche nazionali, di fornire supporti operativi volti ad accelerare lo sviluppo internazionale delle destinazioni turistiche, migliorare l’attrattività dei territori ed attivare una proficua collaborazione fra attori pubblici e privati intorno ad obiettivi comuni.

In questo contesto, anche il turismo culturale è soggetto a trasformazioni profonde. Dal turismo culturale si passa al turismo creativo dove, grazie alle nuove tecnologie e al contesto della sharing economy, i ruoli degli attori del settore tendono a ridefinirsi, così come le esperienze turistiche.

Tale trasformazione - al centro del Rapporto “L’arte di produrre Arte. Competitività e innovazione nella Cultura e nel Turismo”, realizzato dall’Associazione Civita, e della rivista “Economia della Cultura” - Il turismo in Italia e in Europa, n. 1-2/2018 - ha reso attrattivo per nuove fasce di fruitori (il “turista creativo”) sia il consumo delle tradizionali attività culturali (dalle performing art alle visite museali) che quelle attività legate alla cultura di un territorio (dalla moda al design, dall’artigianato all’industria del gusto) o all’industria della comunicazione e dell’audiovisivo (ad esempio il cineturismo), generando importanti impatti economici.

Emerge, pertanto, una tendenza di crescita per tali turismi creativi, potenzialmente capace di sostenere l’economia di aree del Paese che non fanno parte degli attuali attrattori turistici. Se il mercato di sbocco dei beni e dei servizi culturali non è più costituito solo da “consumatori” nazionali ma da “buyer internazionali” di beni e servizi intermedi, risulta quanto mai necessario incrementare la competitività delle imprese rispetto a questi nuovi acquirenti.

Questi i temi su cui, moderati da Paolo Ermini, Direttore del Corriere Fiorentino, si sono confrontati gli ospiti dell’incontro con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni in merito alla possibilità di sviluppo di nuove strategie volte ad orientare le scelte dei territori, regolare l’intervento di nuovi attori, locali e internazionali, permettere la diversificazione delle destinazioni turistiche e la valorizzazione del loro patrimonio culturale.

Introdotti da Luigi Abete, i lavori sono proseguiti con i contributi di Bernabò Bocca, Presidente Federalberghi; Stefano Fiori, Presidente Sezione Industria del Turismo e del Tempo libero – Unindustria; Armando Peres, Presidente Comitato Turismo OCSE – Parigi; Pietro Antonio Valentino, Vice Presidente Economia della Cultura.

In particolare di “Esperienze a confronto: benefici e costi” hanno parlato Monica Basile, Global Tourism Expert; Annalisa Cicerchia, Vice direttore del Master in Economia e management delle attività turistiche e culturali - MEMATIC - Università di Roma Tor Vergata; Francesca Cominelli, Università Parigi 1 Panthéon – Sorbonne e Alfredo Valeri, Responsabile Ricerca Centro Studi Associazione Civita.
 
(Per maggiori informazioni: www.civita.it)