Il 54°Salone Nautico Internazionale si è aperto oggi con la presenza del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi che ha inaugurato la manifestazione in rappresentanza del Governo usando parole che riconoscono alla nautica da diporto un ruolo centrale nel mondo industriale per la sua valenza non solo economica ma come laboratorio di tecnologie e design. Un settore che va valutato con maggiore attenzione.

Il primo momento di dibattito tra l’industria e le forze politiche è stato il convegno inaugurale “L’Economia della Nautica” cui hanno preso parte il Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Vice Capogruppo PD alla Camera, Paola De Micheli, il capo dell'ufficio legislativo delle Infrastrutture di Maurizio Lupi, Gerardo Mastrandrea e il Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Massimo Perotti moderati da Simone Spetia, giornalista di Radio 24.

"Aiutato anche dal Governo il settore nautico deve continuare a essere una nostra eccellenza. Questa è una risorsa del Paese" aveva affermato il Ministro Lupi nel corso della cerimonia inaugurale. Da qui si è partiti per cercare di individuare le azioni fondamentali per il rilancio di un settore, quello della nautica, che continua a rappresentare un formidabile driver di sviluppo che aspetta dall’Italia di essere pienamente valorizzato.

“Il supporto della politica è fondamentale per la ripresa del nostro settore” – ha affermato il Presidente di UCINA, Massimo Perotti – “Dopo anni di politiche disastrose che hanno fortemente penalizzato l’industria nautica e il suo indotto turistico possiamo finalmente riscontrare un grande sforzo a 360° di tutte le formazioni politiche a favore della nostra industria. In parte questo si deve alla comprensione dei risultati obiettivamente disastrosi delle politiche recessive adottate dai Governi precedenti, ma anche al quotidiano lavoro di sensibilizzazione svolto da UCINA”.

In tal senso, il Presidente Perotti ha delineato alcuni punti chiave per il rilancio del settore:

  • il rientro della flotta nei mari italiani: la tassa Monti ha causato la fuga di ben 40.000 imbarcazioni, con un mancato gettito per l’erario di circa 8-900 milioni di euro (mancato indotto per servizi nautici, manutenzione, porti, carburanti, commercio, ecc.). La recente norma che riconosce i servizi di accoglienza dei posti barca in transito come attività ricettive, consentendo l’applicazione dell’IVA al 10% ai marina resort va proprio in questa direzione.

  • Controlli in mare: grazie alla collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, all’istituzione del bollino blu e, soprattutto, all’introduzione del “Registro telematico della nautica da diporto”,  quest’estate è stata ridotta la duplicazione dei controlli ed è stata favorita la trasparenza.

  • Occupazione: dal 2008 ad oggi si sono persi 18.000 posti di lavoro che diventano 40.000 se si considera la filiera della nautica, il tutto aggravato da una caratteristica peculiare del settore che è la stagionalità del business nautico. Sarebbe necessaria una legge che desse più flessibilità al lavoro nel settore.

  • Riforma del Codice che la nautica attende da anni e che, finalmente entro la fine dell’anno dovrebbe essere approvata.

  • Rilancio del leasing nautico che è passato da un totale di oltre 2 miliardi di euro a quasi 100 milioni, una cifra che da sola è la misura della crisi.

Paola De Micheli, Vice Capogruppo del PD alla Camera ha ricordato come la nautica non debba essere considerata un settore del lusso bensì un’industria produttrice di ricchezza ma, soprattutto, di lavoro. “Ci impegniamo a sostenere la misura “Sblocca Italia” e avere il decreto attuativo entro tre anni – ha dichiarato Paola De Micheli - Posso comunque esprimere la mia personale soddisfazione per aver ottenuto un risultato concreto a favore del comparto con l’equiparazione dei Marina resort alle strutture ricettive all’area aperta”.

Il sostegno all’industria nautica e al suo posizionamento all’estero è stato ribadito dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda che ha ricordato come, a partire da quest’anno e contrariamente a come era sempre avvenuto, la destinazione delle risorse destinate dal MISE alla nautica verrà stabilita dall’Associazione di Categoria e, non più, dagli uffici centrali. Questo consentirà in maniera ancora maggiore di finanziare le attività volte all’internazionalizzazione che UCINA da sempre promuove a favore soprattutto delle piccole-medie imprese che, altrimenti, con le sole proprie forze, non riuscirebbero ad affacciarsi ai mercati esteri.

Il Vice Ministro ha, inoltre, ricordato l’importanza del sostegno al Salone da parte della città, una manifestazione che è stata individuata tra le kermesse volte a promuovere il Made in Italy nel mondo che riceveranno nel 2015. Per Carlo Calenda “il lusso va inquadrato nella sua giusta dimensione: se ci sono barche costose questo significa che esiste chi può acquistarle ma soprattutto chi le costruisce. Il nostro ministero inoltre sta aiutando quei settori in cui l’Italia è leader e che sono aggrediti dalla concorrenza straniera. E’ il caso della moda, come quello della nautica. Dobbiamo conservare i nostri primati nazionali”.

Il capo dell'ufficio legislativo delle Infrastrutture di Maurizio Lupi, Gerardo Mastrandrea, ha ripercorso i principali risultati ottenuti grazie alla collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed UCINA, dal registro telematico che ha favorito la riduzione dei controlli in mare alla riforma del Codice della Nautica di prossima approvazione.  “La nautica è un settore speciale che merita misure speciali”, ha concluso.

“Tutti questi risultati sono fondamentali per la ripresa della nautica – ha concluso il Presidente di UCINA -. Questo Salone dimostra che, nonostante la crisi, gli imprenditori continuano ad investire e a mettere tutta la passione di cui sono capaci perché la nautica ritorni ad essere un settore trainante per l’economia del Paese. Siamo rimasti stupiti dalle continue difficoltà che riscontriamo per il rinnovo della concessione della marina grande che ci impediscono di programmare il nostro futuro. Genova deve dimostrare di comprendere l’importanza della nostra industria e della manifestazione che la rappresenta: se non ci aiuterà, ci vedremo costretti ad andare da un’altra parte”.